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lunedì 17 febbraio 2014

Sulle 49 cosiddette “fiabe gay”

[di Marnie Campagnaro]

Per cominciare, l'antefatto, che lascio ai titoli di quotidiani e ai rispettivi link.

7 febbraio 2014, "Il Corriere del Veneto".
Fiabe, il sindaco Orsoni si arrabbia: «Dico no alla propaganda». Polemica sui libri negli asili con storie su famiglie gay, single, miste. Attacco di Giovanardi, la difesa di Galan.

L'articolo si conclude con questo "salvifico" messaggio:
L’assessore alla cultura della Provincia di Venezia Raffaele Speranzon, affida a facebook il suo commento: «Il Comune di Venezia dove vivono migliaia di indigenti spreca 10mila euro per comprare questi libretti - sbotta - Il Comune guidato maldestramente dal sindaco Orsoni pensi a garantire la pulizia nelle scuole comunali che sono lerce invece di buttare i soldi pubblici per comprare libri spazzatura».

7 febbraio 2014, "Il Giornale".
Il Comune di Venezia distribuisce fiabe gay negli asili e nelle scuole.

7 febbraio 2014, "La Nuova Venezia".
Fiabe gay alle materne, De Poli diffida il comune di Venezia. E Giovanardi: "Giù le mani dai bambini"

8 febbraio 2014, "Il Gazzettino di Venezia e Mestre".
Libri sui gay all'asilo, ormai è guerra. Orsoni: «Seibezzi fa propaganda».

13 febbraio 2014, "Il Corriere del Veneto".
Il Patriarca: «Dico no alle fiabe gay». Seibezzi minacciata su Facebook.La consigliera: «Ora basta, denuncio». Critiche anche da Donazzan, Lega e Udc.


Leo Lionni, Guizzino, Babalibri.

Sul caso delle cosiddette “49 fiabe gay” distribuite ai bambini dell’asilo nido e della scuola dell’infanzia del comune di Venezia, mi hanno particolarmente colpita i titoli roboanti dei giornali, non certamente le prevedibilissime reazioni di taluni politici, sempre pronti a promuovere pretestuose crociate (possibilmente brevi, massmediaticamente rumorose e senza conseguenza alcuna per il loro portafoglio e il loro investimento personale) in difesa dei diritti dei bambini, dei quali ci si ricorda, ovviamente, solo in casi come questo.



“49 fiabe gay”? Ma da chi e in quali anni sono state pubblicate queste fiabe? Da studiosa di letteratura per l’infanzia ho subito frugato fra i miei appunti, ho riletto recensioni e libri, e sono andata a scandagliare le banche date informatizzate dedicate ai libri per ragazzi.

Indagando in maniera approfondita, si scopre che fra le 49 presunte “fiabe gay”, sono inclusi, ad esempio, anche opere di letteratura per l’infanzia irrinunciabili quali Piccolo blu e piccolo giallo, Pezzettino o Guizzino di Leo Lionni, A caccia dell'orso di Michael Rosen e Helen Oxenbury, Sono io il più bello di Mario Ramos, Ninna nanna per una pecorella di Eleonora Bellini e Massimo Caccia, Forte come un orso di Katrin Stangl, Dove è la mia mamma? di Julia Donaldson e Axel Scheffler o  Il pentolino di Antonino di Isabelle Carrier.

Gli albi che trattano il tema dell’omosessualità risulterebbero essere in definitiva solo quattro che, insieme agli altri 45 libri, sono stati selezionati e offerti ai bambini per aprire un dialogo sulle tematiche legate all’accettazione dell’alterità e alla decostruzione degli stereotipi culturali e di genere, così pervicacemente diffusi nella nostra quotidianità.
Sorge allora spontanea una domanda: questa esile pattuglia di albi illustrati rappresentano veramente un “rovesciamento di centralità” delle forme familiari tradizionali, secondo quanto paventato, ad esempio, in alcuni quotidiani nazionali (es. Silvia Vegetti Finzi sulle pagine de Il Corriere della Sera di venerdì, 7 febbraio)? A me pare di no.

Eleonora Bellini, Massimo Caccia, Ninna nanna per una pecorella, Topipittori.

La fumosa polemica sollevata in questi giorni denota, purtroppo, ancora una volta, una diffusa mancanza di cultura relativa sia alla letteratura per l’infanzia (i cosiddetti “libretti”, SIC) sia agli orientamenti dell’attuale pedagogia della lettura.

Katrin Stangl, Forte come un orso, Topipittori.

Da tempo, gli studiosi italiani e stranieri hanno messo in evidenza il lungo e faticoso cammino che questa disciplina è riuscita positivamente a compiere nel corso della sua dibattuta evoluzione storica: dall’ottocentesca funzione moralistica, omologante, istruttivo-didascalica, la letteratura per l’infanzia è riuscita ad approdare, come ci ricorda il pedagogista Franco Cambi, in maniera sempre più ardita e dirompente, a una produzione libera, divergente, utopica, convinta sostenitrice di un concetto di infanzia indipendente, inquieta, critica, che si interroga sulle questioni profonde della vita: l’amicizia, l’amore, l’attesa, l’inganno, la paura, il tradimento, la guerra, la fedeltà, il coraggio, la morte.

Julia Donaldson e Axel Scheffler, Dove è la mia mamma?, Emme Edizioni.

La finalità educativa della letteratura per l’infanzia non è, infatti, imporre a bambini e ragazzi modelli precostituiti ai quali essi debbano uniformarsi, ma accompagnarli dentro boschi narrativi che parlino di tutti gli aspetti della nostra vita, anche di quelli più bui e spinosi, attraverso i quali essi possano imparare a conoscere e ad accettare la natura inquieta dell’uomo, l’ambivalenza delle relazioni umane e i chiaroscuri della vita, nel convincimento che “se rappresentati e comunicati”, essi possono essere affrontati e compresi.

Nulla di più lontano pertanto dalla propaganda e da La mala educación.


15 commenti:

  1. anche a Bologna pochi giorni fa con ‘E con Tango siamo in tre’ (edito da Junior) ed è indicato per «i bambini di età compresa tra i quattro e gli otto anni».:
    http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/2014/02/12/1024693-fiaba-gay-pinguini-polemica.shtml

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  2. Ma chi li scrive questi articoli!
    L'accettazione di sé è un tema importantissimo per i bambini.. come possono certi adulti essere così ciechi!
    Poveri noi!
    Non voglio immaginare cosa penserebbero se avessero tra le mani La scimmia di Zoolibri..
    http://mammamogliedonna.it/2013/10/la-scimmia-zoolibri.html

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  3. Ma nessuno "paga" per un'informazione scorretta e distorta? Si deve sempre lasciar andare tutto? Qui si sta diffondendo un messaggio del tutto errato e pretestuoso

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  4. In questa becera visione del mondo che considera l'omosessualità un difetto, si teme che un bambino a sentire parlarne possa contagiarsi...
    Quante sofferenze si potrebbero risparmiare ai bambini se fossero risparmiati loro tutti i pregiudizi dei loro genitori.
    Non vorrei più sentire storie come quella di Michael Morones, undicenne che ha tentato il suicidio a causa del bullismo omofobo.

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  5. Un vero peccato che la rassegna degli articoli pubblicati sull'argomento comprenda solo i lanci fatti sulle edizioni on line non a pagamento. Una rassegna che avesse tenuto conto anche dei pezzi pubblicati nella versione a pagamento avrebbe permesso una costruzione della premessa dell'articolo più informata e calibrata. Per il resto, l'analisi è ineccepibile

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  6. Che Guizzino sia una istigazione all'orgia????

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  7. Senza parole….uno degli scopi della lettura per l'infanzia dovrebbe essere quella di insegnare ai bambini la cultura del diverso (che per altro i bambini hanno innata!), purtroppo poi intervengo adulti ignoranti che questi e altri libri per bambini non li hanno mai letti!

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  8. leggere per credere... http://www.popoliliberi.com/index.php/news/notizie/231-manifestazione-01-marzo-2014

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  9. Purtroppo, queste polemiche riflettono perfettamente il livello culturale, anzi, celebrale, delle persone che ci governano.
    Ovvio che loro questi "libretti" non li hanno mai letti.
    Che povertà d'animo e che visioni ottuse dell'educazione, della famiglia e del futuro.

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  10. http://www.lostampatello.com/chi.html

    una casa editrice che entra nell'argomento con le sue pubblicazioni

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  11. "La finalità educativa della letteratura per l’infanzia non è, infatti, imporre a bambini e ragazzi modelli precostituiti ai quali essi debbano uniformarsi, ma accompagnarli dentro boschi narrativi che parlino di tutti gli aspetti della nostra vita, anche di quelli più bui e spinosi, attraverso i quali essi possano imparare a conoscere e ad accettare la natura inquieta dell’uomo, l’ambivalenza delle relazioni umane e i chiaroscuri della vita, nel convincimento che “se rappresentati e comunicati”, essi possono essere affrontati e compresi. "

    Concordo in pieno, splendido :)

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  12. La diversità fa paura.
    Grazie per questo post, lo condivido molto volentieri.

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  13. La diversità fa paura.
    Grazie per questo post, lo condivido molto volentieri.

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