venerdì 8 marzo 2013

Come questa incipiente primavera

Sono io, Ettorino: il massimo esperto canino di illustrazione
[di Ettorino]

Se non ci fossi io, quei pigri e ignorantoni non si muoverebbero mai. Tutti così, gli illustratori. Chi sono io? E me lo domandate? Sono Ettore, per gli amici Ettorino: critico d'arte, esperto di illustrazione, pieghe, cuciture, quadricromia, pigmenti naturali e salsicce.

E così, abbaia oggi, abbaia domani, li ho convinti e una bella domenica mattina siamo partiti alla volta di Vicenza. Prima tappa: la casa dell'artista. Perché - è chiaro - per capire l'arte, prima bisogna vedere dove nasce. Questa casa sta da qualche parte vicino a Vicenza, in un posto dove una volta c'era un lago d'acqua e adesso c'è un lago d'erba e, data la stagione, distese di bucaneve e di scille nel bosco.

Marina Marcolin (al centro) con Elham Asadi e Monica Monachesi.
L'artista si chiama Marina e ha un buon odore di gatto, di lepre e di stufa a legna, si muove con circospezione ma ha mani sicure. La sua casa e il suo studio, invece, odorano di uccelli, di muschi e di licheni. Se non sapessi che fa la pittrice, scommetterei che ha un'agenzia immobiliare per volatili, con consegna chiavi in mano di nidi usati, per amatori.



Poi, pranzo con gli amici: sono arrivati da ogni dove; c'erano perfino i Braghiroli da Parma. Io avevo già fatto uno spuntino con gli avanzi del signor Polpetta, il mecenate felino che ospita l'artista, così me ne sono rimasto fuori a godermi la bella giornata.




Scoccata l'ora, siamo andati in centro a Vicenza, alla Galleria Tonivedù (contrà Porta Padova 44), sotto un breve portico. La galleria la riconoscete subito, perché ha i muri di un bel rosso cinabro. E contro quel bel rosso cinabro, i quadri di Marina, incorniciati in acero sbiancato. Sono acquerelli finissimi, nei quali prevalgono i toni della terra d'ombra, che dà il nome alla mostra.
È proprio quel colore di fine inverno che attraversa, come un filo rosso, tutti i quadri. Quadri che rappresentano alberi coperti di licheni, foglie rose dall'inverno, fiori secchi di vitalba, radici e nidi: tutte le trouvailles dei pellegrinaggi quotidiani di Marina nel bosco.




Marina è un segugio con un olfatto finissimo. Sa scovare in ogni angolo dei boschi nel letargo invernale il segnale del risveglio, quel verde tenero ma potentissimo che se ne sta nascosto sotto la corteccia, ancora ombra, ma pronto a spaccare la scorza. Non subito, non adesso. Domani.
Un domani che, lasciatelo dire a me, uno che se ne intende, ci sta riservando qualcosa che cova, che ancora non si è manifestato e che sarà impercettibile nel suo lento procedere e sfarzoso nel suo improvviso manifestarsi. Come questa incipiente primavera.




Alla fine, a furia di vedere tutti quegli alberi, così magistralmente disegnati, mi è venuto uno stimolo. E mi è anche tornata in mente una bella poesia della mia amica Zoboli:
Otto cani
seduti sui divani
con aria da sultani
sognavano banani.
Pensavano così:
“Poter far la pipì
su quei bei tronchi dritti…
Invece siamo qui
costretti notte e dì
a fare i cani ricchi!”
Meditate gente, meditate



Mi dice la mia segretaria Sara (carina, ma piuttosto inefficiente) che la mostra Terra d'ombra è aperta fino al 31 marzo prossimo ed è visitabile solo di venerdì (16.00-19.00), sabato (10.00-12.30 e 16.00-19.00) e domenica (16.00-19.00).
Penso che non ve la dobbiate perdere.
E se vi avanza il tempo per il pranzo, andate qui.
Buona gita.
Tutte le foto sono di Giuseppe e Pietro Braghiroli,
meno una che è della mia segretaria Sara.

4 commenti:

elillisa ha detto...

Segnato tutto.
Si va questo week end.
Grazie Ettorino, dal gusto sopraffino.

Gloria ha detto...

Non potevate scegliere post migliore per l'8 marzo.
Marina è semplicemente splendida.

Anna ha detto...

Ma che linguaggio e pensiero forbiti si nascondevano dietro gli occhioni umidi di Ettorino!
Voglio tornare a vivere in Italia, mi mancate tutti!
Per fortuna luglio arriva presto.

Rossana Bossù ha detto...

Le immagini di Marina sono splendide poi se la conferma arriva anche da Ettorino non si può che andare a vedere la mostra, di corsa!