venerdì 23 novembre 2012

Un solo immaginario, tanti spazi creativi

[di Laura Paoletti]

Creare, generare, foggiare, plasmare: è quello che ho scelto di fare nella vita. E, nella mia quotidianità, è proprio quello che sto facendo.
Creare, al quale il sostantivo creatività rimanda, deriva dal verbo latino creo, che deriva a sua volta dal sanscrito kar-tr, cioè colui che fa (dal niente), colui che genera, il creatore.

Il mio primo lavoro importante è arrivato nel 2010. La Scuola Holden di Torino aveva visto le mie illustrazioni attraverso il master Ars in Fabula e mi chiese una prova per la realizzazione del settimo numero di Save The Story, collana di libri illustrati, edita dal Gruppo L'Espresso, che ripropone ai ragazzi i grandi classici della letteratura, reinterpretati da grandi scrittori contemporanei. Le mie prove sono piaciute e ho iniziato un nuovo progetto. Era la storia di Antigone quella che avrei illustrato, la tragedia greca di Sofocle, riscritta da Ali Smith. È stato bello e interessante riscoprire questo grande classico che conoscevo dai tempi del liceo. Mi trovavo a dover generare una serie di personaggi, con le loro caratteristiche e i loro colori, che sarebbero diventati mie creature.

 Illustrazione per il volume La storia di Antigone.

Mi sono completamente immedesimata nel personaggio di Antigone, come succede ogni volta che dalla mia matita nasce una figura femminile. E poi la creazione dello storyboard, dei luoghi, la ricerca di simboli ed elementi caratteristici dell'arte greca, vascolare e scultorea. Mi sono immersa nel mondo raccontato da Sofocle e reinterpretato dalla Smith. Ad aprile dell'anno successivo, finalmente avevo il libro tra le mani, ed è stato emozionante vederlo in libreria. Da quel momento, alcune tavole di Antigone sono state esposte in vari luoghi, tra cui lo stand de L'Espresso alla Fiera del Libro di Bologna.

Un paio di mesi fa, poi, sono stata contattata da Rosanna Sfragara, un'attrice di teatro di Verona, che mi ha invitato a partecipare a Parole e Sassi: un evento teatrale che coinvolge venti attrici professioniste, ciascuna delle quali narra la storia di Antigone ai bambini della sua regione di appartenenza. Ai bambini poi viene lasciato un copione e un sasso, con il compito di trasmettere la memoria di Antigone a familiari e amici. L'evento ospiterà alcune immagini della mia Antigone, e l'esposizione sarà aperta fino al 3 dicembre, presso la Galleria della Biblioteca Civica di Verona. In questo modo, le illustrazioni escono letteralmente dal libro, viaggiano e trovano spazi in contesti molteplici, come, appunto, quello dell'esposizione. La stessa cosa è accaduta in altre occasioni: con i compagni del master Ars In Fabula, insieme al collettivo Nie Wiem, e in modo diverso, in uno spazio virtuale, il portale Semidisegnitelodico, del progetto Semi di Sara Trofa.

Biancospino, tavola realizzata per il progetto sui Semi di Sara Trofa.

Il mio lavoro di illustratrice è approdato anche in un ambito del tutto diverso da quello dell'editoria: quello della moda. Da un anno, infatti, lavoro per il reparto comunicazione di Fornarina, azienda calzaturiera e d'abbigliamento di importanza internazionale, che ha sede nella città in cui vivo. Le immagini che qui creo sono diverse da quelle realizzate per l'editoria, nonostante la mia ricerca e il mio approccio siano gli stessi in ogni ambito artistico. La moda ha un codice proprio e richiede uno stile legato al brand e al taglio stilistico che il marchio impone.

Due banner realizzati in occasione dei saldi di fine stagione.
Partendo dai pattern di alcuni capi d'abbigliamento della stagione SS12,
per i Saldi ho ricreato un paesaggio fantastico con una sorta di teatrino,
dove la 'scena' è lo spazio aperto sull'interno del negozio.

Qui il mio compito, sotto la supervisione e la guida creativa di Caterina Aimone, mio art director, è realizzare scenografie per le vetrine dei negozi dislocati in tutta Europa. Per ogni collezione cerco di proporre un tema attinente alla campagna pubblicitaria, ai colori predominanti e al mood che traspare dai tessuti e dai capi di abbigliamento. Dopo una fase di ricerca e una di sperimentazione creativa, dove talvolta foto e inchiostro si mescolano, metto a punto un insieme di elementi utili alle vetrine dei negozi, ma anche alle grafiche del momento. Creativamente ho anche avuto occasione di misurarmi con l'ambito stilistico vero e proprio dell'azienda, realizzando tessuti o grafiche utilizzati per la produzione di alcuni capi di abbigliamento.

Particolare da Di-segni, monotipia su carta, 2012.
Infine, il mio lavoro, da molto tempo, si esplica in un ambito più personale e, di conseguenza, più libero. Fin dai primi anni di Accademia, infatti, conduco una ricerca sulla femminilità (svincolata dai codici di linguaggio dell'editoria e da quelli iconografici della moda), legata a una dimensione intimistica, privata. La mia espressività qui si manifesta senza vincoli, e le mie creature sono 'nude', disinibite, sciolte. Ritrovando una loro originale identità, le mie piccole mulieres si distinguono dalle mie illustrazioni, e questa distinzione sta nella coscienza con cui le 'forgio'. Nelle mie installazioni gli elementi dialogano tra loro, sussurrando e bisbigliando. A volte, invece, sono muti, e non vogliono farsi leggere affatto.
I luoghi che abitano sono legati all'arte: musei, gallerie, spazio espositivi.
Sabato, 24 novembre, ad esempio, la galleria ZAK Project Space di Monteriggioni ospiterà una mostra collettiva a cura di Antonello Tolve. Breack up (questo il nome della mostra) ospiterà i lavori di otto artisti italiani e sudamericani. Io partecipo con tre installazioni.
S-velata, monotipia, 18x15 cm, 2012.

Quello che accomuna tutti gli ambiti in cui opero è la mia ricerca quotidiana. Mi nutro di arte contemporanea, letteratura, fotografia, cinema, poesia: cioè di tutto quello che può alimentare la creazione di immagini, perché "per lo sviluppo della fantasia [è necessario] l'aumento della conoscenza" (a dirlo è Bruno Munari in Fantasia). Nelle mie immagini c'è sempre qualcosa che preme per essere raccontato: un vissuto che emerge, un dettaglio che fa pensare a un passato e a un futuro. Un solo immaginario per tanti spazi diversi: finalizzato nei progetti professionali, s-velato nella dimensione artistica personale.

Neri sono gli alberi della memoria, 2012, tecnica mista su carta, dimensioni variabili.
Di-segni, 2012, tecnica mista su carta, dimensioni variabili.
Exhibition viewApparizioni a Mezzogiorno, a cura di A. Tolve, Salerno 2012.

3 commenti:

Rossana Bossù ha detto...

Brava Laura,
come ho già avuto modo di dire: "le ragazze di Wislawa® vanno ovunque in gruppo o da sole!"

Luisa Gianfelici ha detto...

complimenti per le tue splendide illustrazioni e il tuo nuovo lavoro... è stato un vero piacere anche leggere questo articolo. ;)

laura paoletti ha detto...

grazie rossana.
e grazie Luisa :)