venerdì 29 giugno 2012

Un cantiere per la fantasia

Il logo regalato da Altan a Il cantiere della fantasia.
La fantasia è quella facoltà umana che permette di pensare a cosa nuove, non esistenti prima, scrive Bruno Munari nel bellissimo libro che le ha dedicato. Mi sono chiesta: sarà per questo che la casa editrice modenese Franco Cosimo Panini ha scelto il nome Il cantiere della fantasia per la sua iniziativa a favore delle zone terremotate? Mettere in cantiere, attraverso la fantasia, il futuro che bisogna costruire, dopo che molto è stato distrutto. E prima di tutto farlo a partire da se stessi, da quello che si sente dentro, per ritrovare la forza e la speranza, quando ogni cosa, e prima di tutto il senso, sembra essere andato smarrito.
Ma andiamo con ordine. Come molti di voi sono venuta a conoscenza di questa iniziativa qualche giorno fa, grazie a Gavroche. Parole e figure dell'infanzia, il bel blog dedicato ai libri per ragazzi di Elisabetta Cremaschi (che si sta occupando con grande energia di organizzare attività intorno ai libri, all'educazione e alla lettura, supportando famiglie, scuole e biblioteche delle zone emiliane terremotate).
L'idea è molto semplice e molto concreta. Molti dei comuni colpiti dal terremoto stanno organizzando centri estivi in spazi all'aperto e in aree sicure, per i bambini e i ragazzi, che saranno attivi da luglio a settembre, progettando e realizzando attività in collaborazione con associazioni di volontariato, e con personale come educatori, insegnanti, genitori.


Giulio Coniglio al Centro Estivo Parco Carrobbio di Massa Finalese.
La casa editrice Franco Cosimo Panini si è offerta di sostenere i centri estivi dei comuni di Mirandola, Medolla, Cavezzo, San Felice sul Panaro, Finale Emilia e Concordia, programmando il calendario delle attività delle giornate di martedì, mercoledì e giovedì, da luglio a settembre, in questo modo sollevando il comune dall'onere della gestione delle attività e dall'altra mettendo a disposizione la ricchezza della proprie competenze, conoscenze e relazioni: una rete preziosa di persone e delle migliori energie presenti in Italia rivolte a bambini e ragazzi.
A chi si rivolge Il cantiere della fantasia? A tutti coloro che vogliono impegnarsi a favore dei più piccoli e che pensano di aver qualcosa da offrire loro, che si tratti di disegni, storie, parole, colori, racconti, musica, teatro o altro. E cioè autori, illustratori, associazioni, attori, editori, musicisti, librai, bibliotecari, artisti, artigiani... Insomma tutte le persone che in questa occasione aiuteranno i bambini a pensare cose nuove, per aiutarli a immaginare di nuovo un presente e un futuro possibili.

Laboratori al Centro Estivo Parco Carrobbio di Massa Finalese
Giulio Coniglio al Centro Estivo Benassi di Medolla.

La programmazione delle attività è già partita. La persona che se ne sta occupando e a cui rivolgersi è Federica Previati. responsabile dell'ufficio stampa della casa editrice. Trovate i suoi recapiti telefonici nella lettera inviata da Laura Panini sull'iniziativa, qui sotto.

La casa editrice offrirà vitto, alloggio e accompagnamento alle persone che aderiranno. Su Il cantiere della fantasia è aperta una pagina facebook, costantemente aggiornata, su cui potrete seguire il programma in via di costruzione, con le adesioni e le attività previste.
Se vi interessa e avete tempo e modo di prendere parte a questa iniziativa, ricordate che gli interventi si protrarranno nel tempo: i centri estivi dureranno tre mesi. E vale la pena ricordare che in questo genere di emergenze solidarietà e aiuti tendono a concentrarsi nei primi momenti a “fatto caldo”, sull'onda, anche mediatica, dell'emozione, per poi rarefarsi quando invece continua, più che mai, a esserci la necessità di assistenza e supporti di ogni genere.

Fabio Gussetti al Centro Estivo via Posta di Mirandola.

Teatrino al Centro Estivo via Posta di Mirandola.

Due giorni dopo aver appreso del Cantiere della fantasia, ho letto un agghiacciante reportage di Barbara Spinelli, sul sito di la Repubblica, in merito alla ricostruzione di San Giuliano di Puglia, il paese del Molise in cui, durante il terremoto avvenuto dieci anni fa, il 31 ottobre 2002, la scuola crollò facendo 28 vittime, 27 bambini e la loro maestra. Vi riporto due brani di questo articolo, che mettono in luce come sulla pelle dei bambini si sia selvaggiamente e ignominiosamente speculato e strumentalizzato, in questa occasione:
 
La fonte degli angeli
Nella sceneggiatura [della ricostruzione ndr] cominciarono a proliferare, accanto all'avverbio 'assolutamente', i diminutivi che nel 2009 all'Aquila avrebbero impregnato la neolingua delle disgrazie italiane: le casette, gli angioletti, i praticelli, e via vezzeggiando, trasformando la messa in scena del dolore in kitsch.
La San Giuliano che ho visto non è la cittadina d'un tempo. È divenuta l'occasione di un ciclopico esperimento urbanistico, e un inaudito spreco di denaro pubblico che ancor oggi paghiamo. È stata invenzione di bruttura, disumanizzazione di una città, spudorata circolazione di denaro dello Stato a vantaggio di una cricca chiusa: le tre cose vanno insieme. Un paese minuscolo, di circa 1.000 abitanti, è stato metamorfosato in una sorta di metropoli: con fontane monumentali, con un parco della memoria che imita il memoriale dell'olocausto a Berlino, una scuola mastodontica che potrebbe ospitare migliaia di bambini e invece ne accoglie non più di 98. All'elenco si aggiungono altre assurdità: una piscina olimpionica (il paese è essenzialmente abitato da anziani), un Palazzo dello Sport, una strada di 700 metri attorno alla città costata 5 milioni di euro, un auditorium, un mega edificio per la succursale dell'università del Molise, un centro polifunzionale necessario all'accademia. L'università è accostata alla nuova scuola: la targa all'ingresso pomposamente certifica la destinazione dell'edificio, ma l'università qui non è venuta mai. Chi c'è qua dentro? Un call center.
[...]

Abbiamo visto come i diminutivi siano il marchio dell'homo novus. A chi visitasse San Giuliano consiglio uno sguardo sulla Fonte degli Angeli, in vetro di Murano e ceramica, ideata da Sabino Ventura e dalla giapponese Yumiko Tachimi. È installata nel patio nella nuova scuola "Angeli di San Giuliano": ventisette obesi putti bianchi, ventri e sederi ridondanti, che ridono ebeti sotto gli spruzzi d'acqua. Chiara D'Amico, un'amica che viene dal vicino comune di Jelsi, mi guarda smarrita. Dice che non riesce a guardare, le si rivolta lo stomaco. I putti ricordano il Pegaso fatato Papo, che piace ai bambini in età d'asilo.



San Giuliano di Puglia, Parco della Memoria.

Ecco, mi sembra che l'iniziativa della casa editrice Panini sia particolarmente apprezzabile perché concreta, priva di fronzoli retorici: ci invita a pensare alle nostre azioni come a mattoni utili a costruire, gesto dopo gesto, passo dopo passo. Ci suggerisce che ognuno può avere un parte, benché piccola, per dare il suo contributo, in modo fattivo, concreto, diretto, onesto. È un modo molto civile, lontano dal delirio di onnipotenza di chi pensa di poter risolvere tutto e subito, a modo suo, strumentalizzando le vittime in fosche esibizioni di bontà e solidarietà che molto hanno a che vedere con il prestigio e il potere personali e pochissimo con le necessità di chi si pretende di aiutare.
Facciamo in modo che la vergogna della Fonte degli Angeli, frutto di un modo sciagurato di impiegare e finalizzare la fantasia, non si ripeta, almeno in Emilia.

Ringraziamo Antonella Vincenzi, responsabile editoriale della divisione ragazzi e progetti speciali, per la disponibilità, le informazioni e le immagini offerte.

1 commento:

gianlorenzo ingrami ha detto...

bellissima iniziativa, ora mi informo per partecipare. Grazie!