mercoledì 9 febbraio 2011

Un bambino Jonh sul pianeta Hospital

Nel 2010, la Fondazione Nuovo Ospedale Alba-Bra Onlus ha pubblicato il libro Io, l'ospedale lo vedo così, nato da un anno di lavoro degli insegnanti insieme ai bambini delle scuole elementari della provincia di Cuneo. Il volume raccoglie idee e proposte per la costruzione del nuovo ospedale Alba-Bra. Centinaia di pensieri, riflessioni, racconti, osservazioni, realizzati dai bambini sotto forma di disegni, scritti, collage, costruzioni, mappe, plastici, sui temi più diversi: le cure, le tecnologie, le camere, il personale, i medici, la vita quotidiana, gli spazi l'architettura, ...
Elaborati pieni di intelligenza, immaginazione, umorismo, speranza, per attraversare con coraggio, fiducia e passo allegro i temi della paura, del dolore fisico, del timore della solitudine, della malattia, cercando, come scrive Elisa Miroglio, presidente della Fondazione, nella prefazione al volume, di immaginare l'ospedale non solo come “luogo per tutti, ma di tutti”. E come ormai spesso accade in ambito pediatrico, in cui il punto di vista dei bambini sta diventando l'elemento discriminante nella progettazione degli ambienti, nella somministrazione delle cure, nei comportamenti del personale, la grande ricchezza dei materiali raccolti e selezionati sta avendo una ricaduta reale sulle forme e la vita dell'ospedale, concorrendo fattivamente alla sua ideazione e al suo miglioramento.
Vi proponiamo qui, dal libro, la bellissima “storia della buonanotte” La flebo magica.

Nell'ospedale di città del Messico, un bambino Jonh era nel letto della sala bambini e tremava di paura. L'infermiera Claudia gli mise la flebo non sapendo che era magica. Durante la notte, Jonh ad un tratto, udì una vocina che gli chiedeva se aveva sete. Jonh si girò un paio di volte e, alla fine, vide la flebo che apriva la bocca e gli chiedeva se voleva un chinotto artigianale, un EstaThe, una Pepsi, una Fanta, una Sprait, una gassosa o dell'acqua. Jonh un po' disorientato chiese il Chinotto.
La flebo gli disse che avrebbero fatto un piccolo viaggio. Dopo aver bevuto il Chinotto, ad un tratto scomparve e si ritrovò nello spazio respirando dalla flebo. Uscirono dalla Via Lattea e si diressero verso la galassia H. Quando arrivarono atterrarono nel pianeta Hospital, si ritrovarono in un ospedale per bambini dove si curavano infrettissima perché c'erano dei farmaci spaziali che, una volta iniettati nelle vene, mantenevano il loro effetto per 20-30 anni. C'era una piscina con acque curative, le infermiere raccontavano storie alla sera e facevano guardare un po' la super mega TV a 100 pollici ed a 40 indici che ti coinvolgeva nel film. A pranzo venivano servite pizza e pasta al forno in bianco spaziali e alla sera ai bimbi piccoli si cantava la ninnananna. 
Si accorse che era tardi: doveva tornare nell'ospedale Terrestre. Chiese un passaggio ipergalattico al portale tri-galattico e ritornò all'ospedale Terrestre. Poi coi genitori tornò a casa sua e per 20 anni non si ammalò più!!!  

Se qualcuno fosse interessato al libro, può richiedere informazioni sulle modalità di acquisto, alla pagina contatti della Fondazione.


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