mercoledì 19 gennaio 2011

Un Ovidio postmoderno e le sue Metamorfosi

Abbiamo scoperto il Codex Seraphinianus  di Luigi Serafini nel 1981, quando uscì per i tipi di Franco Maria Ricci.

Quella che per Italo Calvino era «l'enciclopedia di un visionario», è una sorta di summa illustrata di un mondo inesistente, surreale e a suo modo utopico, del quale vengono descritte con una scrittura inventata e illustrazioni di maniacale accuratezza, in una sorta di ontologica Encyclopedie postmoderna, la zoologia, la botanica, la mineralogia, l'etnografia, la fisica e la tecnologia....

In questa descriptio orbis terrarum minus cognitarum, «l’anatomico e il meccanico si scambiano le loro morfologie, l’umano e il vegetale si completano… il vegetale si sposa al merceologico… lo zoologico al minerale, e così il cementizio e il geologico, l’araldico e il tecnologico, il selvaggio e il metropolitano, lo scritto e il vivente.» [Italo Calvino, da Castelli di sabbia]

Per Douglas Hofstadter ["Sense and Nonsense", in Metamagical Themas], «The pictures have their own internal logic, but to our eyes they are filled with utter non sequiturs.» E proprio in questa ambiguità fra realismo e surrealismo sta tutto il fascino di questo magnum opus.


Nel 2006, il PAC di Milano ripropose una mostra delle tavole del libro (dalla collezione di Franco Maria Ricci) e in quell'occasione Rizzoli lo ha ripubblicato, a un prezzo più abbordabile di quello del mercato antiquario per l'edizione ricciana (ma, d'altra parte, di qualità tecnica assai meno raffinata).

Per Natale, una persona gentile ci ha regalato le straordinarie Storie Naturali di Jules Renard, pubblicate nel 2009 da Rizzoli, illustrate da una dendrologia fantastica di Serafini. Il libro è, purtroppo, acquistabile solo a prezzo d'affezione in un'edizione limitata di 660 esemplari, intesa a celebrare i 60 anni della BUR.

Il testo di Renard è fulminante. Eccone un assaggio: "Il martin pescatore". 
Nessun pesce, oggi, ha abboccato: ma io rincaso con una rara commozione nel cuore. Mentre reggevo la canna della mia lenza, un martin pescatore è venuto a posarvisi sopra. Uccello più sfolgorante da noi non esiste. Sembrava un gran fiore azzurro in cima a un lungo stelo. La canna si piegava sotto quel peso. Io non respiravo neppure, fiero d'essere scambiato per un albero da un martin pescatore. E quando è volato via, non l'ha fatto, vi dico, per paura, ma perché ha creduto di passare, semplicemente, da un ramo a un altro ramo.
La traduzione, impeccabile, è di Aldo Gabrielli.

Qui, nel lavoro di Serafini sono evidenti i riferimenti alla Botanica Parallela di Leo Lionni e alla Nonsense Botany di Edward Lear. Ma qui la dialettica fra senso e nonsenso letteralmente esplode grazie al'artificio cartotecnico degli specimen botanici, inseriti a decine in apposite tasche.


Fra le altre opere di Luigi Serafini segnaliamo la divertente Pulcinellopedia (Longanesi 1983), ormai reperibile solo nel mercato antiquario a prezzi sbalorditivi. (La nostra copia non la troviamo più: non è che c'è in giro un bibliotecario volontario disposto a catalogare i nostri libri in cambio di un piatto di lenticchie a pranzo e cena?)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Un'opera a dir poco enciclopedica, quella di Serafini.
Bellissimo l'episodio del martin pescatore di Renard. :-)