venerdì 12 novembre 2010

I bambini

Nel 2009 è uscito, per Einaudi, L'ubicazione del bene, una raccolta di racconti di Giorgio Falco, autore di un altro splendido volume di racconti Pausa caffè, edito da Sironi nel 2004. Ambientati a Cortesforza, immaginaria località a solo venti chilometri da Milano, mutuata sul paesaggio umano e residenziale di tanti sobborghi esistenti nel cosiddetto Parco Agricolo Sud Milano (paradiso artificiale, frutto delle speculazioni edilizie dei Ligresti e di Berlusconi l'altro), questi racconti mettono in scena i luoghi e gli oggetti della vita quotidiana e i modi in cui le persone entrano, o cercano di entrare, in relazione con essi. Sono racconti illuminanti, che descrivono minuziosamente una ipotetica realtà del nord Italia di oggi, fatta di condomini, villette unifamiliari, parcheggi, centri commerciali, strade, centri storici, negozi, cascine ristrutturate, campi, tangenziali, capannoni, cantieri, ospedali, zone industriali. In questi ambienti vivono anche bambini e animali. L'autore li include nei suoi racconti, dandone descrizioni magistrali. Terrorizzanti.
Il brano che pubblichiamo, è tratto da L'ubicazione del bene, il racconto che dà il titolo alla raccolta. Ringraziamo Giorgio Falco per averne consentito la pubblicazione.

Augustin Rouat, L'enfant au citron, 1945
I bambini cantano l'inno nazionale, indossano maglie azzurre e tricolori sui piccoli petti, urlano, ridono, vogliono srotolare per gioco la pellicola trasparente che ricopre la carne nei freezer. Hanno solo quattro anni ma già sono finiti i tempi in cui i genitori un po' più giovani li sistemavano come fagotti nei seggiolini dei sedili posteriori e li accompagnavano dai nonni, prima del lavoro. Cosa hanno fatto stanotte? Hanno dormito? Non hanno dormito? Hanno mangiato? Non hanno mangiato? I bambini appena possono imitano le nonne e dicono ai genitori, buon lavoro! I genitori salutano e vanno, i bambini piangono tra le braccia delle nonne, le nonne distraggono i nipotini, dicono di guardare gli uccellini, i gattini, belli, dicono le nonne, gli uccellini e i gattini non bastano, le nonne usano i biscottini. Alle dieci, le nonne e i nipotini escono, fanno il giro dell'isolato, comprano il pane, si fermano mezzora al parco comunale. Le nonne spingono l'altalena e controllano l'orologio del campanile, alle undici, sfidano i capricci dei nipotini e tornano a casa, preparano il pranzo per i nonni, pensionati che lavorano otto ore al giorno. I nonni, le nonne, i nipotini guardano un telegiornale. All'una meno un quarto i nonni, prima di tornare al lavoro, chiedono un bacio ai nipotini. I nipotini non vogliono, i nonni insistono, i nipotini baciano. All'una e un quarto i nipotini dormono. Le nonne lavano le cucine, l'acqua scende silenziosa per non disturbare il fragile equilibrio del sonno dei nipotini.  Alle tre e mezza i nipotini si svegliano, chiamano con la voce impastata pomeridiana. Ancora un paio d'ore e le madri tornano dal lavoro.

Pablo Picasso, Claude in costume polacco, 1948
Nei giorni di festa i bambini più piccoli, costretti nei seggioloni, rifiutano i bavaglini, muovono le braccia come croupier alienati scontenti per le mance. Le madri urlano frasi ricattatorie, i bambini piangono, gli adulti tentano una mediazione imbarazzata e discreta.
I bambini non vogliono mangiare le verdure cotte e i pesci.
Le verdure cotte rilasciano acqua che cola mista olio verso i bordi sbeccati dei piatti. I pesci dei bambini sono ripuliti, perfetti, senza lische, solo polpa, ma gli occhi morti degli altri pesci fissano i bambini dai piatti dei grandi.
Henri Rousseau, L'Enfant à la poupée, 1904-1905

Le nonne propongono un'alternativa ai pesci. I figli lasciano fare. Le nuore non gradiscono l'interferenza, trattengono l'irritazione appallottolando la mollica di pane. Le nonne propongono ai nipoti la ciccia. La ciccia è la bistecca. I nipoti preferiscono la ciccia impanata, ma adesso mangiano la ciccia al sangue, masticano lentamente, custodiscono la carne nell'ombra della bocca, la carne gonfia le guance, prima di finire sputata nel tovagliolo di carta o sotto il tavolo. Le madri esasperate sollevano i bambini dai seggioloni. Dopo il caffè, le madri aprono i vassoi dei pasticcini, i bambini abbandonano i divani, corrono goffi con le mani protese verso l'alto, si attaccano alle tovaglie, quasi sparecchiano, accecati dal dolce.


Le immagini che abbiamo scelto sono tratte da Les Enfants Modéles, de Claude Renoir à Pierre Arditi, catalogo della interessantissima, omonima mostra tenutasi al Musée de l'Orangerie a Parigi, dal 24 novembre 2009 all'8 marzo 2010. Chi fosse interessato può acquistarlo qui.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Lo stile scarno e telegrafico in qualche modo è perfetto per ciò che descrive: una serie di azioni per individui/automi immersi in una quotidianità che è rinuncia e disfatta della vita.